PORTA BORSARI
corso Cavour, 2
37121 Verona (vr)
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PORTA BORSARI


Porta Borsari è una maestosa porta romana risalente al primo secolo dopo Cristo, che durante l'epoca imperiale era il principale ingresso all'urbe. Da essa entrava a Verona la via Postumia, strada realizzata dal console Spurio Postumio che all'epoca collegava il mar Tirreno con il mare Adriatico

In epoca romana le grandi Porte di ingresso alle città erano costruite all'inizio del cardo massimo e del decumano massimo, le principali arterie cittadine che s'incrociavano nel Foro, il fulcro della vita sociale, economica e religiosa. Erano EDIFICI DI RILEVANTE ARCHITETTURA, PROVVISTI DI AMPI LOCALI INTERNI che accoglievano i numerosi soldati e funzionari doganali che in essa stazionavano. Venivano realizzate con estrema cura, utilizzando materiali nobili ed eleganti decorazioni, perché potessero far capire ai visitatori l'importanze dell'urbe a cui stavano accedendo. Situata all'inizio dell'omonimo corso, o se preferite alla fine di corso Cavour, porta Borsari è una porta di epoca romana giunta sino ai nostri giorni in un mirabile stato di conservazione. Era il principale ingresso cittadino, da cui entrava a Verona la Via Postumia, che entro le mura diveniva il decumano massimo; al cardo massimo si accedeva attraversando la porta dei Leoni, anch'essa ben conservata e visibile nella parte finale di via Cappello. Il nome attuale ha origine medioevale e deriva dai bursarii, i funzionari doganali che in questo luogo riscuotevano i dazi vescovili.

IN EPOCA ROMANA ERA CHIAMATA PORTA IOVIA, nome che le veniva dalla presenza nelle vicinanze di un tempio dedicato a Giove Lustrale (i cui resti sono oggi visibili nei giardini adiacenti il Cimitero Monumentale) ed era difesa da due imponenti torri di guardia. Fu costruita verso la metà del I secolo d.C. e presenta le caratteristiche tipiche dell'architettura del primo impero, con una struttura articolata su tre livelli. In origine era un edificio con corte centrale e doppi passaggi nelle facciate, di cui è rimasta solamente la facciata esterna in calcare bianco locale. Nel livello più basso si aprono due fornici ad arco a tutto sesto, inquadrati ciascuno da due semicolonne con capitelli corinzi, che sorreggono trabeazione e frontone. Al di sopra la parete della porta è articolata su due livelli sovrapposti, scanditi da finestre arcuate, alcune delle quali inserite in piccole edicole con frontone triangolare. Da notare l'iscrizione posta nell'architrave sopra i fornici, per ricordare i lavori di ripristino ed ampliamento della cinta muraria urbana voluti dall'imperatore Gallieno, che furono effettuati tra il 3 aprile ed il 4 dicembre dell'anno 265 d.C. "La porta è stretta fra antichi edifici che in prospettiva creano una precisa veduta da città ideale tipica di dipinti e scenografie rinascimentali. Non a caso la porta costituì in effetti uno degli elementi ispiratori dell'architettura del Quattro e Cinquecento, tanto da apparire raffigurata anche in medaglie dedicate a umanisti e principi del XV secolo" (Bonechi, Arte e Storia di Verona)

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