TRA RES PUBLICA E IMPERO


I primi contatti documentati fra Roma e Verona risalgono al III secolo a.C. e furono rapporti di amicizia ed alleanza, come testimonia il patto che il Senato Romano strinse nel 283 a.C. con i Paleoveneti ed i Galli Cenomani per rallentare l'invasione gallica e l'alleanza che nel 225 a.C. li vide nuovamente uniti per fronteggiare la minaccia dei Galli Boi e degli Insubri. Rapporti amichevoli che i Romani ricambiarono costruendo un loro presidium in cima al Colle di San Pietro, da cui potevano aiutare le popolazioni veronesi a difendere i propri insediamenti. Anche durante la seconda guerra punica i Galli Cenomani ed i Paleoveneti aiutarono i Romani, mentre tutte le altre popolazioni galliche si erano schierate con Cartagine. Nel 174 a.C., con la sottomissione della Gallia cisalpina e l'inizio di un nuovo periodo di colonizzazione della Pianura Padana, Verona vide aumentare notevolemente la propria importanza strategica. Il senato romano, infatti, richiese a Cenomani e Paleoveneti l'ampliamento del castrum fortificato, mentre coloni romani e popolazioni indigene ponevano le basi per L'EDIFICAZIONE DI UNA CITTA' ALL'INTERNO DELL'ANSA DELL'ADIGE. Alla conclusione della terza guerra punica passavano ormai da Verona vie di comunicazione vitali come la via Postumia, che partiva da Genova e giungeva ad Aquileia attraverso la pianura Padana. È probabile che in questo momento storico i Paleoveneti fossero legati ai Romani tramite amicitia, diversamente dai Galli transpadani legati a Roma dal foedus: questo legame era utilizzato soprattutto negli stati ellenistici, e prevedeva la neutralità, che poteva diventare alleanza solo in via eccezionale. Verona rimase alleata di Roma anche tra la fine del II e l'inizio del I secolo a.C. contro gli invasori Teutoni e Cimbri. Il diritto latino venne esteso alla Gallia Cisalpina nell'89 a.C. tramite la Lex Pompeia de Transpadanis, proposta dal console Pompeo Strabone; i centri preesistenti, fra cui Verona, divennero perciò delle colonie latine fittizie (cioè senza una vera e propria deduzione, né l'invio di coloni). È di questo periodo lo sviluppo della città tramite un impianto pianificato nell'ansa dell'Adige. CON GIULIO CESARE OTTENNE NEL 49 A.C. LA CITTADINANZA ROMANA e tramite Lex Roscia le venne attribuito il rango di municipium con un agro di 3.700 km (oggi la provincia di Verona ha un territorio di 3.121 km). Il municipio poté quindi fregiarsi del nome di Res Publica Veronensium.

Durante il periodo repubblicano Verona fu raramente coinvolta in modo diretto nelle sanguinose guerre civili (49-31 a.C.); questo favorì il suo sviluppo e la sua economia, che andò a rafforzarsi principalmente nella coltivazione di vite e ulivi, nell'allevamento di cavalli e ovini, nella produzione di lana. Ebbero inoltre un forte sviluppo l'artigianato ed il commercio. In questo periodo la città seguitò ad ingrandirsi ed ammodernarsi. Furono costruiti Ponte Pietra ed il Ponte Postumio, sul quale passava l'omonima via. Sotto l'Impero di Augusto (27 a.C. - 14 d.C.) l'urbe divenne un nodo strategico sempre più importante, utilizzata anche come base temporanea per le legioni dopo la conquista della Rezia e della Vindelicia. L'accresciuta importanza della Val d'Adige, quale collegamento con il nord Europa, e l'importanza strategica di Verona, stimolarono la costruzione della via Claudia Augusta, che da Ostiglia portava fino al passo del Brennero e quindi ai territori dell'attuale Austria. Augusto provvide a risistemare la penisola tramite la suddivisione in undici regiones e VERONA VENNE INSERITA NELLA REGIO X VENETIA ET HISTRIA. Durante questo periodo essa fu interessata da un notevole afflusso di ricchezza che portò ad un ulteriore sviluppo della città: vennero erette le terme e il grande Teatro Romano ancora oggi visibile ai piedi del Colle di San Pietro. Nel periodo dell'imperatore Claudio venne costruita la via Claudia Augusta, la via Gallica (che giungeva da Mediolanum e si immetteva nella via Postumia), e furono risistemate anche altre strade. Con l'inizio della dinastia Flavia si interruppe per Verona il lungo periodo di pace, in particolare a causa della guerra tra Vitellio e Vespasiano: quest'ultimo scelse la città come fortezza, per la sua ricchezza e perché era attorniata da campi aperti in cui poteva utilizzare la cavalleria. Visto che la città stava crescendo anche fuori dalla cinta muraria, venne costruito un vallo che la circondava a nord e fatto scavare l'Adigetto a sud (un lungo fossato, utilizzato per scopi difensivi anche nel Medioevo). Verona era considerata un luogo molto strategico per Vespasiano, poiché da essa avrebbe potuto bloccare le discesa in Italia di Vitellio. Fortunatamente per la città, l'ammutinamento di una legione di Vitellio spostò la guerra lontano dal Veneto.

Sotto l'imperatore Vespasiano la città raggiunse l'apice della ricchezza e dello splendore: in questo periodo (I secolo d.C.) venne costruita l'Arena, poiché la città, che aveva superato i 25.000 abitanti, anecessitava di un grande edificio per gli spettacoli di massa. Nel II secolo d.C. Verona divenne teatro di battaglie combattute nell'ambito delle lotte civili romane: quelle tra l'imperatore Filippo l'Arabo e Decio nel 249, tra Aurelio Carino e Sabino Giuliano nel 283, tra Costantino I e Ruricio Pompeiano nel 312. La città inoltre, essendo il primo baluardo dell'Italia alle discese dal nord Europa, FU SPESSO INVESTITA DALLE INVASIONI BARBARICHE. Avvene già nel 170 quando un'orda di Marcomanni e Quadi, che avevano poco prima assediato Aquileia, furono sconfitti nelle sue campagne dalle truppe di Marco Aurelio. Nel 265, dopo che gli Alemanni si erano spinti sino a Ravenna, l'imperatore Gallieno fece allargare le mura della città fino ad includervi l'Arena, fortificandola in soli sette mesi come è attestato dalla scritta ancora oggi visibile sull'architrave di Porta Borsari. Con Gallieno iniziò un nuovo periodo di tranquillità per la città, ma la crisi dell'Impero comportò oneri e tasse che resero meno fiorenti i commerci. Sotto Claudio II il Gotico le mura servirono da deterrente all'assedio della città da parte degli Alemanni che, scesi nuovamente in Italia, decisero di lasciarla da parte. Verona ebbe una lenta conversione al cristianesimo e talora si trovò sulle posizioni delle prime eresie. Fu solo con il VESCOVO SAN ZENO che l'ortodossia cristiana (secondo le disposizione dei concili di Nicea e di Efeso) si impose. Dopo un periodo di relativa calma, numerose e cruenti battaglia furono combatture nel V secolo. Nel 401 fu conquistata da Alarico, Re dei Goti, e venne liberata dopo un paio d’anni. NEL 452 ATTILA, RE DEGLI UNNI, INVASE L'ITALIA con mezzo milione di uomini e lasciò una scia di distruzione che terminò proprio a Verona: qui gli venne incontro una delegazione del senato romano, composta da Papa Leone I, dal console Gennadio Avieno e dal prefetto Trigezio, che convinsero il re barbaro a tornare in Pannonia. Per lunghi periodi visse a Verona anche Odoacre, capo degli Eruli e dei Turcilingi, che nel 476 depose Romolo Augusto e mise fine all'Impero Romano d'Occidente.

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